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Sassolini | Considerazioni sull’ennesimo “Affaire Moffa”

Lo ha fatto di nuovo, questa volta centrando le prime pagine dei giornali. Da qualche anno Claudio Moffa, Professore ordinario di Storia ed Istituzioni dei Paesi afroasiatici presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Teramo, organizza il Master Enrico Mattei in Vicino e Medio Oriente. Mio malgrado, conosco questa realtà da vicino: nel 2007 ho frequentato il master da neolaureato/disoccupato abruzzese e, francamente, non la ritengo un’esperienza positiva. Allora come oggi, il corso prevedeva un incontro sull’Olocausto e sulle tesi eterodosse di Faurisson e Thion. Se non ricordo male, quell’anno Moffa invitò sia Thion che Faurisson e, di questo sono sicuro, la visita di quest’ultimo scatenò un putiferio immane.

Come ho già detto non ho un ricordo positivo del master, e non solo per il modulo sull’Olocausto. Il programma era scadente in generale, a mio avviso, perché povero di contenuti e approcci. Quella lezione era solo uno dei problemi, su cui però vale la pena di soffermarsi. Dico subito che, in linea di principio, Moffa ha ragione quando difende la libertà di ricerca storica sull’Olocausto: nessuno dovrebbe essere perseguito e/o punito solo perché propone una ricostruzione eterodossa di un fenomeno storico. Il problema è che tutto questo dibattito con il Medio Oriente c’entra poco e niente, si svolge in e riguarda l’Europa. Ecco perché, a mio avviso, anche solo un incontro sul tema era e rimane tempo sprecato. Ce ne sono tantissimi altri da approfondire: l’Islam, l’islamismo e le sue declinazioni locali e internazionali, il dibattito sulla democratizzazione della regione, i movimenti dei gruppi sociali marginalizzati, i diritti umani e così via.

Ma ammettiamo pure che questi studi siano validi. Non seguo questo filone ma, se ho ben capito, sono due le conclusioni principali a cui sarebbero arrivati studiosi come Faurisson e Thion. Alcuni negano l’esistenza delle camere a gas, altri ridimensionano sensibilmente il numero delle vittime. Anche se una delle due ipotesi fosse vera, resta sempre il fatto che durante la seconda guerra mondiale il nazismo pianificò e mise in atto un progetto di sterminio di massa su base razziale. E che all’interno delle strutture preposte le persone morirono davvero. Conta qualcosa conoscere la causa dei decessi e/o la cifra esatta degli ebrei morti nei campi di sterminio nazisti? Io credo di no. E torno a chiedere: tutto questo che c’entra con il Medio Oriente? C’entra eccome, direbbe Moffa, perché il sionismo usa l’Olocausto in maniera ideologica. D’accordo, ma a cosa serve negare o ridimensionare la tragicità dell’evento storico in sé? Se gli ebrei uccisi fossero di meno il sionismo avrebbe forse adottato una retorica diversa? Non credo.

Ma c’è di più, e di peggio. Perché Moffa non solo dà credito a teorie irrilevanti, ma mischia pere con mele, genera confusione e autorizza i giornalisti a fare altrettanto. Nelle sue lezioni citava spesso i nomi di Ilan Pappé e Norman Finkelstein, nomi che puntualmente ritornano negli articoli che documentano le sue performance. Ecco, mi preme sottolineare che sia Pappé che Finkelstein -i cui familiari hanno peraltro vissuto quella tragedia in prima persona- studiano e scrivono di tutt’altro. Sia l’uno che l’altro appartengono, seppur in maniera diversa, alla nuova storiografia israeliana. Sia l’uno che l’altro criticano il sionismo. Ma lo fanno decostruendone la narrazione storica e l’impianto ideologico, non negando o ridimensionando la tragicità di un evento come l’Olocausto.

[Crosspost su 30secondi]

Update: il Master è stato bloccato “perché non ha crediti sufficienti”

 

4 commenti su “Sassolini | Considerazioni sull’ennesimo “Affaire Moffa”

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  3. Giorgio Riparbelli
    26/05/2012

    Miseria dell’Universita’ italiana. Se Claudio Moffa puo’ occuparsi di intere aree geopolitiche del mondo e del loro passato presente e prospettive. Allora le galline possono volare sino alle altezze degli scranni universitari italiani. (uno dei motivi strutturali della nostra crisi intellettuale e morale). giorgio riparbelli

  4. Prof. Claudio Moffa, full professor di Storia delle Relazioni Internazionali
    23/07/2018

    Riparbelli, eri e sei un poveraccio invidioso. Ti ricordi quando nascondevi la tua orina in un bicchiere dentro l’armadio a muro di una delle stanze della casa di Susanna, dalle parti di Piazza Paganica?. Che schifo. Mi sa che la malattia continua. Che fai nella vita? CM

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Questa voce è stata pubblicata il 07/10/2010 da in Butilìscius Cauntri, Cose serie con tag , , , , , , .

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